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Proposta di lettura: Ray Bradbury


Bice Mortara Garavelli. Il parlar figurato. Proposta di lettura

Di che cosa parla


Questo libro è una raccolta di saggi, scritti in un periodo di tempo lungo trent’anni “per comunicare scoperte speciali, per soddisfare bisogni speciali” e che l’autore desidera condividere con il suo pubblico di lettori ma anche di giovani colleghi scrittori che durante la sua lunga carriera si sono ispirati a lui.


L’autore si pone, di fronte alla scrittura, in uno stato di curiosità, consapevolezza e apertura, accogliendo ciò che attraverso i suoi esercizi di scrittura e di pensiero, gli accade. Nel secondo saggio, ad esempio, intitolato Corri forte, resta fermo, o La cosa in cima alle scale, o Nuovi fantasmi da vecchie menti (1986), l’autore racconta la sua tecnica di scrivere liste di parole, che di fatto sono frammenti di ricordi e di come si lasci ispirare da questi frammenti:

“E le storie iniziavano a spuntare dappertutto: esplodevano da quei ricordi, nascoste tra quei nomi persi nelle liste.” (pag. 29)


Ho trovato particolarmente interessante, poi, il suo monito a nutrire il nostro subconscio non solo vivendo e leggendo romanzi ma leggendo saggi e, in particolare, leggendo poesia:

“Leggi poesia ogni giorno della tua vita. La poesia ti costringe a esercitare muscoli troppo spesso inutilizzati, e questa è una buona cosa. La poesia espande i sensi, li mantiene in condizioni ottimali. Ti rende consapevole del tuo naso, del tuo occhio, del tuo orecchio, della tua lingua, della tua mano.” (pag. 42)


Per cosa può essere utile


Ray Bradbury è riconosciuto come “uno dei più importanti e prolifici autori di letteratura fantastica del Ventesimo secolo. Se lo amate come autore e volete scoprire i processi che lo hanno portato a scrivere i capolavori che conosciamo questo libro fa per voi. Se volete conoscere un autore generoso e stimolante entrando nel suo mondo, potrete ritenere utile e interessante questo libro. Se pensate di approfondire il tema dello Zen nell’arte di scrivere, ecco, in questo caso, forse rimarrete un po’ delusi, ma solo a una lettura superficiale: a una lettura più attenta scopriremo che, anche se non sono esplicitamente evidenziati, nel suo modo di approcciare la scrittura ci sono molti insegnamenti Zen:

“Dunque, fatevi da parte, dimenticate il bersaglio, lasciate fare ai personaggi, alle vostre dita, corpo, sangue e cuore. Non contemplate il vostro ombelico, ma il vostro subconscio grazie a quella che Worsworth chiamava saggia passività.” (pag. 137)


Tuttavia il consiglio più prezioso, il più semplice, il più difficile da seguire, Ray Bradbury ce lo trasmette attraverso l’esempio:

“Dall’età di dodici anni ho scritto almeno un migliaio di parole al giorno, ogni giorno.” (pag. 23)


Una nota sull’autore, qualche curiosità, una citazione


Ray Bradbury (1920-2012) è stato uno scrittore e sceneggiatore cinematografico statunitense, grande innovatore del genere fantascientifico. Ha scritto la sceneggiatura di Moby Dick, la balena bianca, di John Huston.


All’inizio della sua carriera si è dedicato alla scrittura di racconti (nel 1961 dichiarava di averne pubblicati duecentocinquanta!). Alcuni di questi, in quanto vagamente collegati, sono stati inseriti in una raccolta diventata il suo romanzo di debutto Cronache marziane (1950), che lo ha fatto conoscere non solo in America ma in tutto il mondo.


Il suo secondo romanzo, Fahrenheit 451 (1953) è diventato un classico della letteratura distopica. Nato come romanzo breve è stato poi ampliato. In forma di romanzo fu pubblicato per la prima volta nel 1953 sulla nascente rivista Playboy, sul secondo, terzo e quarto numero. È stato pubblicato in italiano per la prima volta sulla rivista Urania in due puntate (nn. 13 e 14, novembre e dicembre 1953), con il titolo Gli anni del rogo.


La sua carriera di scrittore è stata lunghissima, è durata infatti settant’anni. Nel 2007 ha vinto il Premio Pulitzer alla carriera.


“Ogni mattina salto giù dal letto e metto i piedi su una mina. La mina sono io. Dopo l’esplosione, passo il resto della giornata a rimettere insieme i pezzi. Ora è il turno. Salta!” (pag. 11)


 

Questo articolo è stato scritto da Lucia Zago, editor di the different HOUSE.


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